mercoledì 8 febbraio 2012

E tutte le volte

E tutte le volte

Periodo di magra, quello si laurea e non sa che fare, l’altro si fidanza e poi si tira indietro, anche lui o vive nel passato o si proietta nel futuro, ma perché, si domandava seduto davanti al focolare domestico.

Pensò che prima era più facile, forse la gente si voleva più bene, c’era più solidarietà, meno arrivismo, più amicizia; poi si disse: “non posso crearmi un alibi e mentire a me stesso, è sempre stato così, adesso magari vogliamo di più, abbiamo più tappe di vita obbligate, lo studio, l’amore, il lavoro, i figli e la felicità, ma prima chi ci pensava, secondo lui nessuno, i problemi erano reali, pardon pratici. Si fa come si può, pragmaticamente, si confortò”.

Ad un tratto, gli vennero in mente le parole della madre che tornata da un simposio di psicologia gli parlò dei meccanismi che portano a perpetuare gli errori: “si sbaglia sempre nello stesso modo perché noi ci comportiamo nello stesso maniera, litighiamo e ci preoccupiamo sempre delle medesime cose, tutti i giorni ripetiamo azioni e pensieri con gli stessi meccanismi come se percorressimo un cerchio, anzi tutto il giorno percorriamo delle circonferenze uguali a seconda della situazione in cui ci troviamo, ma sempre con lo stesso meccanismo, che ci porta ad agire e sbagliare.
Come si fa allora? Domandò

La madre: “Bisogna rompere i cerchi!”

Il figlio pensò che qualche decennio prima, la gente viveva più in gruppo, i giovani tornavano a casa solo per mangiare e dormire e adesso invece? No, a casa, tanto se esci chi incontri? Cosa fai? Se esci non conosci nessuno e ti annoi? E poi devi essere brillante, allegro, di successo altrimenti no, non vale. Ma chi l’ha detto? E tutta colpa della televisione, mentì a se stesso, spense con un bicchiere d’acqua l’ultima brace del focolare e accese la televisione.

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